sabato 17 novembre 2012

Una canaglia molto sexy


Titolo: "Protagonista il destino" 
Editore (in Italia): Harlequin Mondadori (ovvero Harmony).
Titolo originale: My lady's pleasure.

La recensione sarà molto stringata: classica ambientazione "regency" (alla Orgoglio e Pregiudizio, come genere, per intenderci) con una protagonista anticonvenzionale e un protagonista "bello e dannato" tratteggiato con eleganza. La figura di lui è molto a rischio di risultare poco credibile: è il figlio di una nobile fuggita con uno stalliere, riaccolto dalla nobile famiglia che però gli fa pesare le sue origini, e infine cacciato via per via di uno scandalo che gli preclude la carriera accademica a Oxford (si porta a letto la nuora del rettore). A differenza di molti libri del genere, qui l'autrice assume spesso il punto di vista di lui, conducendoci attraverso il suo disgusto per la vita randagia da giocatore d'azzardo che gli tocca fare, e la rabbia per le squallide taverne e ancor più squallide compagnie che gli tocca frequentare. Insomma, è un "dietro le quinte" del libertino giocatore che è fatto con garbo. Ovviamente non realistico (niente Bukowski), ma nemmeno Walt Disney.

La storia si fa leggere, fra i soliti malintesi, e con il fatto che i due ci danno dentro dalla prima volta che si incontrano. 
Poi ci mettono un bel po' a tornare a letto insieme, va detto, ma ci sono un po' di trpidanti baci e fremiti con cui ingannare l'attesa. 
Le descrizioni delle scene di sesso sono carine: nulla di particolare, ma la protagonista che "ha voglia di imparare" è uno spunto divertente. 
Per fortuna, l'autrice usa un linguaggio abbastanza contenuto e termini naturali, senza (mi è capitato altrove) giri di parole tipo "il suo palpitante bocciuolo".
Direi che va bene da leggere in treno. Ma diventa un "must" se siete interessate in particolare al periodo storico della reggenza e a questo tipo di romanzi. 
Nel suo campo, è proprio ben fatto: segue le regole e un po' ci gioca su. 
La signora Justiss, come molte altre autrici, è abbastanza preparata dal punto di vista storico, scrive con facilità e in modo leggero, e si considera una brava artigiana, e basta (per questo, a differenza di autorucoli vari italiani molto presuntuosi, si merita un applauso).

Però notavo una cosa: queste autrici, negli USA, scrivono delle vere e proprie serie, con i personaggi che ritornano da un libro all'altro (il cattivo di uno è il protagonista di un altro, per esempio), i titoli che si richiamano, le copertine coordinate, etc. 

Mentre, in Italia, la collana Harmony che li traduce (male!) e li pubblica non tiene affatto conto di questo: se anche coprano i diritti di una serie, non fanno mai uscire i libri insieme, cambiano i titoli, non mettono vere informazioni sullle autrici… insomma, li trattano come roba "un tanto al chilo".

Sarà per la generale devastazione dell'editoria italiana?

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