sabato 3 agosto 2013

Memorie di un'Astronauta Donna ovvero femminismo e fantascienza

Titolo: Memorie di una Astronauta Donna
Autrice: Naomi Mitchison
Editore: Castelvecchi.
Pagine:188



Ho scelto il libro per puro caso pescandolo dallo scaffale basso nella mia libreria di fiducia, quello in cui in genere vengono dimenticate opere minori o un po' strane, come in effetti si è subito rivelato leggendo la quarta di copertina, che preannunciava "sperimentazione sessuale, radicalismo politico e profonda preparazione scientifica".




Ora, se il volume era dimenticato in fondo allo scaffale, era chiaro che  "sperimentazione sessuale" era messo lì solo per convincere incaute lettrici con pruriti estivi, ma che dire di "radicalismo politico"? E cosa centrano sesso e radicalismo con la fantascienza?
Con questi interrogativi il libro mi si è incollato alle mani.

Le note biografiche sull'autrice mi hanno convinto all'acquisto. Figlia di un biologo, Naomi è stata una scrittrice, poetessa e saggista scozzese, ma anche impegnata nella vita politica. Ha toccato tutti i generi letterari: il romanzo storico, il fantasy e la fantascienza. Il libro che stava in fondo allo scaffale è stato scritto nel 1962... 

Naomi Mitchison
Con il libro ancora più incollato alle mani mi sono diretta alle casse con una sensazione tipo "una specie di femminista che si mette a scrivere di fantascienza...sarà una roba stile Barbarella?"
Assolutamente no.
Il libro, piccolo e semplice, sorprende.
Narra le avventure di Mary, una donna del futuro, una esploratrice spaziale membro di spedizioni scientifiche, con il compito di entrare in contatto e comunicare con le diverse forme di vita aliene che si incontreranno.
Da questa premessa si dipanano poi, di capitolo in capitolo, le avventure della protagonista, una specie di gioco di problem solving: c'è l'alieno X, non si sa come comunicare, Mary indaga e scopre come fare.
La trama è semplice ma molto originale, grazie alle nozioni di biologia da cui l'autrice pesca a piene mani per inventarsi gli alieni più strambi dei mondi mai esplorati nella letteratura: stelle marine, farfalle senzienti e scolopendre giganti. In un capitolo c'è una chiara citazione alla Macchina del Tempo di H.G.Wells, ma qui nessuno tenta di salvare gli Eloi di turno perchè la Regola n.3 delle esplorazioni spaziali è "NON INTERFERIRE". Una regola di grande civiltà che implica interrogativi morali cui l'autrice non si sottrae.

Eloi e Morlock 

Nel mondo del futuro la famiglia non esiste più, non c'è religione, non ci sono obblighi sociali.
Questo rende la donna libera.
Essere libera non significa comportarsi come un uomo, come avviene a volte nella nostra società, in cui per essere considerata  emancipata la donna deve per forza avvicinarsi al comportamento maschile. Essere una donna libera, nel mondo futuro di Mary, significa essere consapevole che "femminile" e "sensibile" sono due valori (Mary è una grande comunicatrice proprio grazie a questi due tratti). Significa riconoscersi biologicamente donna...e poi anche tutto il resto.
"Alcune  persone, certo, preferiscono compiere diverse esplorazioni prima di concedersi il piacere di avere un bambino, ma io avevo sempre pensato che era un modo piuttosto limitato e addirittura antibiologico di comportarsi. E inoltre mi sarebbe piaciuto molto avere un bambino color cioccolato chiaro".

Mary fa un figlio con T'o M'Kasi, suo compagno di spedizione. Lei si prende un anno sabbatico per "stabilizzare il bambino", poi lo lascia in un centro specializzato e riparte, priva di sensi di colpa, per le sue missioni.
In seguito ha un figlio da un noto esploratore (per via del patrimonio genetico di pregio).
Ha anche una figlia da un amico bisessuale marziano e infine 2 figli da un compagno quasi fisso. "Non sarò mica diventata mono-andrica?" si chiede preoccupata la nostra eroina.
Maternità spaziale.

L'esperienza con il marziano Vly è significativa.
I marziani infatti comunicano toccandosi tra loro...con qualunque estremità...giudicano assurdo che gli umani usino i vestiti. Me li immagino mentre si salutano incrociando i peni, anche se il libro non è esplicito in tal senso.
Durante una missione Vly aiuta Mary a superare uno shock, ed è costretto ad entrare un bel po' in contatto con lei: "Il caro Vly aveva aperto ogni canale possibile, con la lingua, le dita delle mani e dei piedi, gli organi sessuali. Mi sentii piena di gratitudine".
L'esperienza ha solo un piccolo effetto collaterale e l'amico marziano le comunica che potrebbe aver attivato (involontariamente per carità) qualche suo ovulo mentre le faceva superare lo shock. Mary lo tranquillizza e in mezzo allo spazio comincia a chiedersi se tenere o meno quel figlio. "Avevo il diritto di dar vita a quella creatura? Sarebbe stata capace di amare? Avrebbe avuto amore? E da me?"
Femminismo spaziale.

Durante un contatto con una civiltà aliena del tutto ignota Mary, nel tentativo di comunicare, si fa implantare un alieno fatto a forma di peduncolo trasparente ad una gamba.
Il libro non ha figure, per cui questo è il peduncolo alieno.
L'esperimento innesca in Mary sensazioni identiche a quelle di una gravidanza, mentre l'essere cresce avvinghiato a lei e il lettore rivive gli stessi pensieri di una donna, aggrappata al feto che sta crescendo, desiderosa di farlo uscire da se' ma anche venata di nostalgia.
In seguito l'esserino (Ariel) mostrerà la sua vera natura...

Il libro mostra inoltre altri tratti femminili che strappano un sorriso: nell'ultima parte Mary parte con un gruppo di esplorazione formato completamente da donne che rischia di finire in tragedia perchè le esploratrici spaziali cominciano a litigare e battibeccare tra loro e danno il via a crisi isteriche.
Ah, le donne!

Nel complesso ho divorato il libro in pochi giorni, ma le sensazioni che mi ha dato e gli spunti di riflessione aleggiano ancora nella mia mente, così come le prime righe, che all'inizio non avevo capito, ma che in realtà condensano e manifestano chiaramente le intenzioni dell'autrice: "Penso ai miei amici e ai padri dei miei figli. Penso ai miei figli, più spesso a Viola che ai miei quattro figli normali. E penso ad Ariel e all'altro".
Un inno alla femminilità.



Nota a margine: anche quest'opera può essere letta insieme al vostro compagno, che può dilettarsi con Memorie di un cuoco di astronave, di Massimo Mongai. 










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